Il parquet biocompatibile

Anche i pavimenti in parquet possono essere biologici come tutti gli altri materiali impiegati nell'edilizia, con prodotti provenienti da foreste che aderiscono a programmi di riforestazione boschiva. Naturale, sostenibile, durevole nel tempo, è la scelta giusta per una casa più sana.

La bioarchitettura ha come principio primario quello di preservare in contemporanea il benessere dell'uomo e la protezione dell'ambiente, quindi di garantire la "coabitazione" della nostra specie integrandola con il giusto equilibrio nell'ambiente circostante. Etica primaria della bioedilizia è quindi la costruzione delle diverse strutture (edifici e abitazioni) necessarie alla nostra esistenza nel rispetto di vincoli e regole che non influiscano negativamente nella cornice ambientale in cui tale strutture vengono inserite. L'ecosostenibilità in questo modo può essere assicurata dall'utilizzo di materiali edili biologici, che hanno cioè un basso impatto sull'ambiente, principalmente di origine naturale, la cui lavorazione rispetta determinati criteri di sostenibilità.

Ma è nel processo di lavorazione del parquet che abbiamo la differenza, e come per la maggior parte dei prodotti edili moderni, anche i pavimenti in parquet possono essere biologici. Tra le certificazioni principali ci sono PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes) FSC (Forest Stewardship Council), e stanno a indicare la provenienza del legno da specifiche aree a controllo di ripiantumazione, con la garanzia che non si tratti di specie protette. Anche in questo caso è consigliabile la provenienza europea del legno, in modo da ridurre le emissioni di CO2 nel trasporto del materiale. La legge stabilisce (dal l'1 marzo del 2010) che esclusivamente i parquet che hanno la Marcatura CE di conformità possono essere messi in commercio sul mercato dei paesi dell'Unione. Si tratta di un marchio che garantisce la sicurezza qualitativa del prodotto rispetto ad alcuni standard prescritti dalla legislazione europea, come la resistenza al fuoco o il rilascio di formaldeide.

La formaldeide, inoltre, dal 2006 è stata inserita dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), in un elenco di sostanze altamente cancerogene per l'uomo, oltre a provocare effetti secondari come irritazione di occhi e mucose. Per quanto concerne i valori delle emissioni di formaldeide, c'è una certificazione rilasciata dall'ente CATAS che prevede una suddivisione in classi: si parte dalla Classe 1, la quale stabilisce la soglia di emissione pari a 0,1 mgHCHO/m2h (la legge prevede un limite a 3,5 mgHCHO/m2h). È importante sottolineare che lo stesso discorso vale per la finitura della superficie del prodotto, dove devono essere impiegate sostanze naturali, come la cere o gli olii, o in alternativa la verniciatura ad acqua.

 Si utilizzano prodotti di certificazione europea del legno

(Un esempio di parquet ecosostenibile)

TRATTAMENTI E VERNICI

Particolarmente aggressivi per l'ecosistema ambientale possono essere i trattamenti chimici effettuati con lo scopo di preservare il materiale da muffe e funghi, o le vernici spruzzate sulla superficie, che risultano essere particolarmente tossiche. Esistono in commercio degli appositi prodotti in rispetto alla conformità europea come le vernici atossiche.

LE COLLE

La posa del parquet è senza dubbio una delle operazioni più delicate, e l'utilizzo della colla è ampiamente diffuso sia in termini di praticità che di risultato finale. Ma tale tecnica deve sottostare all'impiego di determinati prodotti chimici. Naturalmente, occorre anche in questo caso essere attenti alla scelta dei prodotti edili. Per la pavimentazione in parquet su una superficie di circa cento metri quadrati occorro tra i cento e i centocinquanta chili di colla. Necessario l'utilizzo di adesivi che siano senza solventi e che rechino determinate certificazioni di qualità

La posa del parquet è un'operazione molto delicata

(Colla senza solventi per la messa in opera del parquet)

Naturalmente, per mantenere in vita il parquet, e consentirgli una lunga durabilità nel tempo, c'è bisogno di una costante e (soprattutto) adeguata pulizia, oltre a piccoli e particolari interventi di trattamento. Bisogna prendersi cura del pavimento fin dalla sua messa in opera. È fondamentale ricordare che un pavimento in legno ha bisogno di un'umidità che oscilla in un valore compreso tra il 45% e il 65%, con una temperatura che non superi i 30°C.

È soprattutto durante i primi anni che occorre stare attenti perché non si creino delle zone di cambiamento di colore del legno (naturale conseguenza dell'ossidazione del materiale), e quindi è importante spostare costantemente quegli elementi che coprano alcune porzioni, come ad esempio i tappeti. Altro accorgimento: bisogna stare attenti ai piccoli residui (ad esempio la sabbia) che possono rigare il materiale. Esistono in commercio prodotti adeguati che sono in grado di garantire anche una buona resistenza al calpestio e all'abrasione, oltre a svolgere nel tempo anche una funzione antibatterica.    

Logicamente la scelta del prodotto nello specifico è legato a delle esigenze personali e di arredamento dell'unità abitativa. Tra le qualità di parquet considerate più durevoli c'è il rovere, che può essere massello o prefinito multistrato. Tra le due opzioni e sicuramente consigliare la seconda, poiché lo si può rinnovare con facilità ma dimostra una grande stabilità.

Autore

Luigi Boccia