Il marmo.. dalle cave ai pavimenti
Dalla sua estrazione fino alla messa in opera nei nostri appartamenti sicuramente il cammino è lungo, ma qui, di seguito, un piccolo riassunto, per conoscere al meglio questo materiale.
Il marmo è una pietra naturale molto pregiata e dalle molteplici caratteristiche e tipologie. L'Italia presenta molte cave per estrazione ma sono presenti anche in molte altre parti del mondo. Sulla base della posizione della cava, il marmo prende la sua denominazione e ogni cava è differente dalle altre, non a caso la varietà di tipologie di marmo è pressoché altissima.
Il marmo viene estratto e lavorato vin dall'antichità ed è sempre stato molto apprezzato per le sue caratteristiche di lucentezza, durata e resistenza, oltre che una buona versatilità di utilizzo. Infatti, l'etimologia della parola deriva dal greco antico μ?ρμαρον (mármaron) o μ?ρμαρος (mármaros) che significa "splendere".
Dalla sua estrazione fino alla messa in opera nei nostri appartamenti sicuramente il cammino è lungo, ma qui, di seguito, un piccolo riassunto, per conoscere al meglio questo materiale.
GENERALITÀ, ORIGINE E CARATTERISTICHE
La formazione del marmo nasce da una combinazione di temperatura e pressione che trasformano la roccia sedimentaria in marmo, attraverso anche la distruzione di fossili e strutture orinarie. Il marmo, quindi, "si forma attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie, quali il calcare o la dolomia (..) Il colore del marmo dipende dalla presenza di impurità minerali (argilla, limo, sabbia, ossidi di ferro, noduli di selce)". La principale caratteristica di questo materiale, come detto, è la luminosità: "Il basso indice di rifrazione della calcite, che permette alla luce di "penetrare" nella superficie della pietra prima di essere riflessa, dà a questo materiale (e soprattutto ai marmi bianchi) una speciale luminosità"

(Cava per l'estrazione del marmo a Massa Carrara)
ESTRAZIONE E TECNOLOGIE DI TAGLIO
Nel corso della storia, anche con l'avvento delle nuove tecnologia e la scoperta di differenti materiali, molte sono state le tecniche sia per l'estrazione che per il taglio. La prima tecnica è stata sicuramente effettuando tagli decisi con utensili di ferro, grazie al quale venivano applicate anche le venature. Nel corso degli ultimi cento anni, il superamento di questa tecnica ha portato anche ad un aumento della produzione. Si passa, quindi, dal filo elicoidale (acqua con sabbia quarzosa come tagliente sostituita dal carburo di silicio) al filo diamantato.

(Lastre di marmo)
DIMENSIONI DI PRODOTTI FINITI E SUPERFICI
Per mezzo del filo diamantato o anche dell'acqua pressurizzata, i blocchi di marmo usciti dalle cave vengono trasformati in lastre che variano da un minimo di un cm (di meno risulterebbe poco resistente sia a compressione che a taglio) a 30 cm (chiamato massello). Il marmo è un materiale molto poroso, assorbe le impurità e le sostanza oleose, e quindi necessità di trattamenti superficiali. I principali sono: lucidatura, fiammatura, bocciardatura, rigatura, sabbiatura, spazzolatura, acidatura o anche altre.

(Messa in posa di un pavimento di marmo)
MESSA IN POSA DELLE LASTRE
Concluse le finiture superficiali, le lastre di marmo possono essere utilizzate in vari modi, ovvero come pavimentazioni o rivestimenti o anche come piani. La messa in opera delle lastre di marmo deve essere eseguita con molta attenzione e si consiglia sempre la colla come legante al posto di cemento e sabbia. Per posizionare le lastre o le porzioni, vanno utilizzati dei distanziatori a crocetta in modo da creare ortogonalità e omogeneità delle fughe, di circa 2-3 mm. Infine, la stuccatura, ovvero la parte più difficile. Si consiglia, in questo caso, di stuccare una piccola porzione per volta, in modo da rimuovere per bene tutti i residui di stucco.
Autore
Chiarina Tagliaferri